Le 6 cose che (forse) non sai su Firenze
Firenze è, senza dubbio, una delle destinazioni di viaggio più apprezzate d’Italia e non potrebbe essere altrimenti, con il suo connubio di arte, storia e tradizione enogastronomica. Molti di noi hanno familiarità con le sue bellezze, pur magari non avendola mai visitata, ma la conosciamo davvero così bene? Cosa raccontano le sue strade e i suoi palazzi ad un occhio attento? Cosa possiamo ancora scoprire sulla città natale di Dante, Cosimo e Lorenzo de Medici e Benvenuto Cellini?
Queste sei curiosità dovrebbero placare la nostra sete di conoscenza di Firenze, culla del Rinascimento, madre della lingua italiana e gemma più preziosa della Toscana.
L’enigma della tomba di Galileo
Tutti conoscono la storia di Galileo, uno dei padri della scienza moderna condannato come eretico per aver espresso le teorie in favore dell’eliocentrismo. Dopo la sua morte, Papa Papa Urbano VIII non volle che gli fosse destinata una delle tombe monumentali della Chiesa di Santa Croce. Fu così che i sacerdoti lo seppellirono nella Cappella del Noviziato, un’area meno in vista della chiesa.
Solo nel 1737 il suo corpo venne traslato e posto dove si trova ora. C’è però un aspetto che molti ignorano riguardo la sua sepoltura: quando fu disseppellito vennero rinvenuti altri due corpi all’interno della tomba, appartenenti a un uomo e una donna. Nessuna fonte ne attesta l’identità, ma pare proprio che quest’ultima fosse l’amata figlia Suor Maria Celeste, qui deposta perché il padre non ebbe più modo di rivederla dopo la condanna. Sull’uomo ci sono pochi dubbi: pare si tratti di Vincenzo Viviani, allievo e curatore di molte sue opere.
Il toro cornuto di Santa Maria del Fiore
Osservando attentamente le decorazioni della Porta della Mandorla, il portale che consente l’accesso alla cupola del Duomo della città, non può non incuriosire la testa di toro appoggiata in alto su uno dei capitelli. Perché proprio quell’animale?
La leggenda più gettonata riprende il simbolismo popolare dell’animale inteso come sinonimo di tradimento. Secondo questa goliardica versione, un maestro falegname, che lavorava nel cantiere della cattedrale, aveva una relazione con la moglie di un fornaio, il cui negozio era proprio accanto. Quando il fornaio lo scoprì, denunciò sua moglie e il suo amante alla Corte ecclesiastica e la storia tra i due dovette finire. Tuttavia, il maestro falegname, che evidentemente non mancava del senso dell’umorismo, decise di posizionare la testa di un toro in un punto strategico della cattedrale in modo che il fornaio, vedendolo ogni giorno, non avrebbe dimenticato di essere un becco.
Tuttavia, molto più realisticamente, la raffigurazione del toro è un omaggio degli operai a questi animali da traino, largamente impiegati per la costruzione del Duomo.
La “Madonna della puzza”
Nel corso della sua storia iconografica, la Madonna è stata dipinta e scolpita in innumerevoli modi. Con il bambino e l’Arcangelo, in una capanna e su un trono, disperata o in gloria. Ma hai mai visto una Madonna nell’atto di tapparsi il naso? Visitando Borgo San Jacopo potresti compensare questa mancanza.
La Madonna che vedrai, visibilmente disgustata, è opera dello scultore Mario Mariotti, classe 1936. Alla fine degli anni ’80, Mariotti era stufo del cattivo odore di urina che continuava a fluttuare intorno al quartiere e decise di fare qualcosa. Scolpì la cosiddetta Madonna della puzza, sperando di dissuadere il maleducato in cerca di un bagno all’aria aperta.
Il lavoro è stato molto apprezzato dai cittadini ma sfortunatamente non ha funzionato nello scopo. In realtà, anche i bidoni della spazzatura sono stati collocati lì, in modo che ora la Madonna abbia un motivo in più per tapparsi le narici.
La finestra sempre aperta
In Piazza della Santissima Annunziata, proprio di fronte alla basilica, c’è un edificio con una finestra sempre aperta. Si tratta di Palazzo Grifuni e la causa non è da imputare alla distrazione di un inquilino. Il motivo per cui la finestra è sempre aperta è legato a una storia d’amore.
La moglie di un membro della famiglia Grifuni, poco dopo essersi trasferita nel palazzo, dovette salutare suo marito, chiamato alle armi in difesa di Firenze verso la fine del XVI secolo. La donna trascorse le sue giornate proprio davanti alla finestra, aspettando che suo marito tornasse, ma la sua attesa non fu mai ripagata.
Dopo la sua morte, la finestra fu chiusa dai residenti, ma strani fenomeni iniziarono a verificarsi, facendo supporre che lo spirito della donna si manifestasse in segno di contrarietà. Da allora, la finestra non fu mai più chiusa.
L’ippopotamo di Boboli
Nel Giardino di Boboli non mancano certo abbellimenti bizzarri e stravaganti tra finte grotte marine e fontane antropomorfe. Ma questo è nulla in confronto a quanto avveniva qui nel Seicento. Il granduca Cosimo III de’ Medici era infatti un patito di piante ed animali esotici al punto da riempire il giardino di Boboli di gabbie per scimmie e pappagalli.
Qui vi portò anche un ippopotamo, il primo della sua specie a varcare, in età moderna, le colonne d’Ercole e a sbarcare in Europa. Purtroppo, il bizzarro inquilino non ha potuto resistere a lungo in un clima così diverso dal suo e oggi è conservato, imbalsamato e perfettamente integro, al Museo della Specola.
Il balcone rovesciato
A Borgo Ognissanti, porta numero 12, non puoi perderti un balcone decisamente fuori dal comune, con tutti gli elementi architettonici al contrario. La ragione di questa stranezza sembra essere un malinteso, tra il proprietario Baldovinetti, che voleva un balcone bello e imponente, e Alessandro de ‘Medici. Infatti, il signore di Firenze, aveva emanato un’ordinanza con la quale proibiva la realizzazione di elementi architettonici ingombranti, dal momento che le strade della città erano piuttosto strette.
Ma Baldovinetti era un proprietario piuttosto caparbio e non voleva rinunciare al suo balcone, così iniziò a tempestare di lettere l’ufficio preposto per ottenere la concessione. Nonostante i primi rifiuti, alla fine l’ufficio dovette interpellare direttamente Alessandro de’ Medici che gli concesse il permesso a una condizione: ovvero che costruisse il balcone sottosopra. Ovviamente, Alessandro de ‘Medici pensava che avrebbe scoraggiato Baldovinetti con la sua mossa, ma chiaramente fallì nel suo intento…