Le 5 donne famose (che non ti aspetti) laureate in giurisprudenza

Sono donne di successo, intelligenti e determinate. Ma sono anche insospettabili esperte in giurisprudenza. Si tratta di attrici, conduttrici, donne dello spettacolo che hanno saputo dimostrare un grande talento non solo davanti ai riflettori, ma anche sui libri.

In questo articolo abbiamo nominato 5 donne uscite brillantemente dalla facoltà di giurisprudenza a pieni voti.

Maria De Filippi

Classe ’61, la conduttrice nazionale per eccellenza è uno dei vip laureati in giurisprudenza più brillanti. Prima di calcare gli studi televisivi frequenta la facoltà di giurisprudenza all’università di Pavia, specializzandosi in Scienza delle Finanze. Qui si laurea, come Giletti, con un bel 110 e lode, cercando poi di intraprendere la carriera in magistratura.

Dopo aver lavorato come redattrice di tesi, collabora per due anni con l’Istituto per la Ricerca Sociale (IRS) per poi passare ad occuparsi dell’ufficio legale di una società produttrice di videocassette. Durante un convegno organizzato dalla società per cui lavora, conosce Maurizio Costanzo, che la lancerà nel campo della comunicazione. Il resto è storia nota alle cronache rosa.

Diletta Leotta

La bella della domenica calcistica a soli 18 anni si è trasferita a Roma per iniziare il percorso di laurea nella prestigiosa Università LUISS, probabilmente spinta dal padre che di professione fa l’avvocato.

Nonostante tutti i suoi impegni televisivi e radiofonici, nel 2015 è riuscita a conseguire la laurea in giurisprudenza con una tesi, che poco sorprende, sui contratti di lavoro in ambito sportivo. Il volto di DAZN non ha mai mollato gli studi, complice una famiglia molto presente che l’ha spinta a proseguire, come ha spesso affermato nelle interviste.

Antonella Clerici

Antonella Clerici ha molto in comune con la De Filippi, non soltanto dal punto di vista dei successi televisivi. Infatti, la conduttrice de “La prova del cuoco“, dopo la maturità classica ha conseguito la laurea in Giurisprudenza all’Università degli Studi di Milano.

Anche lei dà prova di grande talento in campo legale, uscendo con 110 e lode ed iniziando ad avviare la carriera per diventare magistrato. Poco dopo intraprende la sua veloce ascesa televisiva, che la porterà a diventare una delle conduttrici RAI di punta nonché una delle più pagate in Italia.

Kim Kardashian

L’influencer nota per i suoi selfie ultrapatinati su Instagram, ha abbracciato gli studi legali per combattere la detenzione di massa e aiutare gli Stati Uniti nella riforma carceraria.

Il suo defunto padre, Robert Kardashian, era un importante avvocato di Los Angeles, noto per aver fatto parte della squadra legale che rappresentava la stella del calcio OJ Simpson nel suo processo del 1995 per doppio omicidio (da cui poi fu assolto).

Kardashian West, 39 anni, ha affermato di studiare quotidianamente legge per un totale di 20 ore settimanali e di aver appena completato il suo primo anno di un programma di apprendistato dei quattro anni in California. Mira a sostenere l’esame di abilitazione nel 2022.

L’imprenditrice e star della reality TV ha sostenuto la riforma della giustizia penale dal 2017, quando è venuta a conoscenza del caso di Alice Marie Johnson – una bisnonna che stava scontando una severa pena in prigione per un reato secondario. Kardashian West portò quel caso alla Casa Bianca e fu in grado di ottenere la liberazione della Johnson dopo aver sollecitato il presidente Donald Trump a commutare la sua condanna.

Michelle Obama

L’ex first lady ha frequentato la prestigiosa Harvard Law School nel 1988, laureandosi a pieni voti. Dopo il conseguimento del titolo di studio, inizia a lavorare presso uno studio legale di Chicago, occupandosi di questioni relative al marketing e alla proprietà intellettuale. È qui che incontra il suo futuro marito Barack.

In seguito ricopre posizioni pubbliche nell’amministrazione comunale di Chicago come assistente del sindaco e come assistente e commissario per lo sviluppo e la formazione.Continua a detenere la licenza per l’avvocatura ma, poiché non ne ha più bisogno per il suo lavoro, la mantiene in uno stato volontario inattivo dal 1993.


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