Che cos’è l’effetto Dunning Kruger: definizione e caratteristiche

Hai mai sentito parlare dell’effetto Dunning Kruger?

Se sei una persona particolarmente curiosa e stai cercando informazioni su cos’è l’effetto Dunning Kruger, abbiamo una grande notizia per te: in questa guida ti offriremo tutte le informazioni di cui necessiti per approfondire e capire al meglio quella che viene definita la “sindrome impostore”.

Ma cosa intendono esattamente gli studiosi con effetto Dunning Kruger? A questo risponderemo tra poco, intanto ti basti sapere che chiunque può essere vittima di questo effetto. Il vero problema è che quasi nessuno ne è effettivamente consapevole.

Molti pensano che questo fenomeno abbia origini recenti. In realtà abbiamo diversi esempi che ci mostrano il contrario. Il Faraone Akhenaton, vissuto nel quattordicesimo secolo avanti Cristo, affermava che:

«il folle è ostinato e non ha dubbi. Conosce tutto tranne la propria ignoranza».

Mentre Socrate, molti secoli dopo, precisamente nel quinto secolo avanti Cristo, sottolineava che:

«è sapiente solo chi sa di non sapere, non chi s’illude di sapere e ignora così perfino la sua stessa ignoranza».

Dunque, la vera novità riguarderebbe piuttosto lo studio concreto realizzato da Dunning e Kruger.

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Una distorsione cognitiva pericolosa

Nel proseguo della nostra guida affronteremo e descriveremo gli studi realizzati per spiegare questo effetto, che viene considerato una vera e propria distorsione cognitiva. Sei pronto? Partiamo.

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Le origini

Parliamo di effetto Dunning Kruger dal nome dei due ricercatori della Cornell University che l’hanno studiato e brillantemente descritto alla fine del secolo scorso, ovvero nel 1999. La grande novità introdotta dai due studiosi è appunto lo studio e la misura sperimentale della propensione degli “incompetenti” a sopravvalutarsi. Ma in cosa consiste questo effetto?

L’effetto Dunning-Kruger è una distorsione cognitiva. A causa di essa individui poco esperti in un campo tendono a sopravvalutare le proprie abilità definendosi, in maniera del tutto errata e superficiale, esperti in quel campo. Il risultato è che spesso gli incompetenti si dimostrano estremamente supponenti nei confronti delle altre persone.

sindrome impostoreSecondo gli studiosi, questa distorsione dipenderebbe dall’incapacità metacognitiva, da parte di chi non è esperto in una materia, di riconoscere i propri limiti ed errori. Ma è altrettanto vero il contrario. Ossia che il possesso di una reale competenza potrebbe produrre la distorsione inversa, con un’affievolita percezione della propria competenza e una diminuzione della fiducia in sé stessi. Poiché gli individui competenti percepirebbero negli altri un grado di comprensione equivalente al proprio.

Questo status viene anche conosciuto come sindrome dell’impostore. Dunque, riportando fedelmente le parole dei due filosofi, possiamo affermare che:

«l’errore di valutazione dell’incompetente deriva da un giudizio errato sul proprio conto, mentre quello di chi è altamente competente deriva da un equivoco sul conto degli altri».

Nel 2000, grazie ai validissimi e numerosissimi studi realizzati, Dunning e Kruger vennero insigniti del satirico premio Ig Nobel per la Psicologia. Grazie al saggio Unskilled and Unaware of It: How Difficulties in Recognizing One’s Own Incompetence Lead to Inflated Self-Assessments. Ovvero “Incapace e non lo sa: come i problemi a riconoscersi incompetente portino a un’autovalutazione gonfiata”.

Lo strano caso di McArthur Wheeler

Il caso che ha ispirato i due psicologi ha come protagonista McArthur Wheeler.

Siamo nel 1995 a Pittsburgh, negli Stati Uniti. Wheeler, è a casa di un amico che decide di fargli uno scherzo: prende una penna, sostituisce l’inchiostro con il succo di limone, scrive su un foglio bianco e lo avvicina al fuoco. Come per magia, sul foglio apparentemente bianco, appare il testo scritto dal suo amico.

Com’è possibile avrà pensato Wheeler? E da lì la grande intuizione. Wheeler va a casa e si cosparge il viso di succo di limone. Si scatta una foto con una Polaroid che per caso esce bianca e che così conferma la sua intuizione: ha scoperto come diventare invisibile.

Wheeler non ci pensa due volte, impugna una pistola e decide di fare una prima rapina. Questa, per una serie di circostanze fortunose, riesce senza intoppi. Galvanizzato e fiero della sua intuizione, decide di tentare il colpo grosso e rapinare una banca a volto scoperto. Tornato a casa, dopo qualche minuto sente sbattere sulla porta: è la polizia che irrompe. Nello stupore dell’uomo, sicuro di essersi cosparso attentamente di succo di limone tutto il volto, lo porta in caserma. Qui viene sottoposto ai test, ma non risulta alcuna droga nel suo corpo. Ed è solo grazie alla sua estrema sincerità nel raccontare i fatti che i poliziotti sono sicuri di trovarsi di fronte ad un idiota convinto di essere un genio.

Da questo fatto di cronaca nasce l’intuizione dei due studiosi: se una persona è troppo stupida, molto probabilmente non è in grado di riconoscere la propria stupidità.

Le caratteristiche del fenomeno emersi dagli studi

Per poter spiegare il fenomeno, i due psicologi decisero di realizzare un esperimento. In modo da misurare la capacità di autovalutazione degli studenti dei primi anni dei corsi di psicologia della Cornell University in diverse aree. Dal ragionamento logico alla conoscenza della grammatica, e per correlare livello di competenza e precisione nel valutare la qualità delle proprie prestazioni.

I risultati, riferiti ad una data competenza, furono inequivocabili. Secondo i ricercatori, le persone inesperte:

  • tenderebbero a sovrastimare il proprio livello di abilità;
  • non si renderebbero conto dell’effettiva capacità degli altri;
  • non si renderebbero conto della propria inadeguatezza;
  • si renderebbero conto e riconoscerebbero la propria precedente mancanza di abilità qualora ricevessero un addestramento per l’attività in questione.

Dunning ha paragonato questa situazione alla condizione di una persona che, soffrendo di una disabilità fisica in seguito, ad esempio, ad una lesione cerebrale, sembra non avvedersi della menomazione o rifiuta di accettarne l’esistenza, anche se questa è grave come nel caso di cecità o paralisi. Venuti a conoscenza del proprio punteggio nei test, ai soggetti veniva nuovamente chiesto di dare una valutazione del proprio livello:

  • il gruppo dei competenti lo stimava correttamente;
  • il gruppo dei non competenti continuava a sopravvalutare il proprio livello.

Quello che stupì i due psicologi era che persone in realtà più esperte di altre, tendevano a “sottovalutare” la propria competenza. E quando venivano posti dinnanzi a domande relativamente semplici per la propria preparazione, erano portati nella maggior parte dei casi a ritenere che tali problemi si rivelassero semplici anche per gli altri.

Studi successivi dimostrarono che gli studenti altamente incompetenti riuscivano a migliorare la propria abilità nell’autovalutazione quando veniva fatto notare loro in cosa difettassero. Cosa venne dimostrato? Semplice: se gli individui meno capaci non ricevono alcun feedback che li convinca della necessità di migliorarsi non sono spinti a migliorare.

Il fenomeno vale per ogni settore?

La risposta a questa domanda sembrerebbe strettamente affermativa. Difatti, a riprova dell’esattezza della teoria, Dunning citò uno studio commissionato dal Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti d’America realizzato su un campione di circa 25.000 statunitensi, intervistati in merito alla loro competenza finanziaria.

Da 800 risposte di questi, che durante la loro vita erano incappati in fallimenti economici, emergeva che essi si ritenevano, al contrario, più esperti degli altri in campo finanziario. Urge, però, fare una considerazione: gli studi sull’effetto Dunning-Kruger tendono a focalizzarsi su soggetti prevalentemente nordamericani. Difatti, da uno studio realizzato su alcuni soggetti orientali è emerso che un altro effetto, opposto all’effetto Dunning-Kruger, potrebbe avere conseguenze diverse sull’autovalutazione e sulla motivazione a migliorarsi.

Conclusioni e studi consigliati

Grazie alla nostra guida adesso conosci perfettamente l’effetto Dunning Kruger e sei in grado di capire come questo fenomeno possa colpire chiunque, anche te stesso. Ti suggeriamo di essere sempre umile e di riconoscere i limiti che ogni uomo ha: solo chi sa di non sapere può mettersi in discussione, apprendere e migliorare.

Se poi vuoi fare di questi argomenti oggetto di studio, ti consigliamo di dare un’occhiata ai nostri corsi di psicologia. Come la Laurea in Psicologia, Scienze e Tecniche psicologiche, ma anche la magistrale in Psicologia clinica e della Riabilitazione o quella in Psicologia del Lavoro e delle Organizzazioni.

Grazie per l’attenzione e a presto.


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